Saturday, April 07, 2012

Il senso del nudo nella fotografia di Helmut Newton.



Nella fotografia di moda di Helmut Newton, ogni scatto (il fotografo, ad ogni sessione, ne era già parchissimo) riprende una totalità del fotografato certo "in posa", ma in quanto tale essere "in posa" non sembra essere ciò che conta nella sua recezione.
Essa è libera innanzitutto perché non è ritoccata, non è alterata nella post-produzione.
La sobria classicità esalta le forme nel senso della sua estetica al di là del "corpo", dell'oggetto rappresentato. "Un buono scatto di moda deve assomigliare a tutto, eccetto ad una fotografia di moda. A un ritratto, a una foto-ricordo, a una foto di paparazzi" (1995).
L'ordine interno della foto di moda secondo Newton non mostra nulla; ma se attira la curiosità lo fa spostando lo sguardo sull'estetica tra la classicità (la forma della bellezza delle modelle) e il cattivo gusto, vero domino interno e rivelatore della non-moda delle foto di moda.

La nudità è in questo caso il contrassegno di questo spostamento di attenzione che al fruitore non è richiesto, ma è proprio necessario per guardare la nudità stessa, che appunto non è tale perché mostra ciò che altrove non si riuscirebbe a vedere (le splendide modelle, le loro forme nascoste al sole, e le pose spesso in accostamenti originali), ma perché richiede l'interezza della loro persona. Le foto mancano di dettaglia perché è la mancanza del dettaglio che è da ricercarsi attraverso un movimento dello sguardo. La loro nudità richiede quasi tale spostamento, tale ricchezza del dettaglio da ricercarsi e non da afferrarsi - , ciò che sfugge alla posa.
Questo è forse un modo di interpretare la sua foto forse più famosa e più po(i)etica (nel senso del proprio modo di fare arte), qui sotto: la dinamica interna dell'immagine si ritrova interamente nella fotografia, sebbene tutto al suo interno voglia indicarci l'esclusione di essa su diversi livelli di realtà (la finestra, la moglie che osserva, il fotografo, lo specchio...). Ma la fotografia resta l'ultimo piano poiché l'unico, quello che vediamo e che ci permette di scorrere in questo caso sui diversi piani fittizi. La modella in sé che non è che l'impulso primo allo scorrere dello sguardo nella sobrietà e tuttavia prodigalità di ciò a cui dobbiamo andare incontro nel percorso anarchico di questo scatto.







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Sappho

Sappho
"Morremo. Il velo indegno a terra sparto,/ rifuggirá l’ignudo animo a Dite, / e il crudo fallo emenderá del cieco / dispensator de’ casi. E tu, cui lungo / amore indarno, e lunga fede, / e vano d’implacato desio furor mi strinse,/ vivi felice, se felice in terra / visse nato mortal" (G. Leopardi, Ultimo Canto di Saffo)

Sehnsucht

Sehnsucht
Berlinale 2006