Friday, May 20, 2011

Qualche considerazione sul mio filosofare

C. D. Friedrich, Monaco vicino al mare
"Benché essere originali e ritrovar se stessi siano termini equivalenti [...] [chi] parte dal bisogno di riconoscersi ma da uno sfrenato desiderio dell'originalità [...] non ritroverà mai la sua vera natura. Bisogna - non mi si prenda alla lettera - essere originali nostro malgrado" (U. Saba, Quel che resta da fare ai poeti (1911), Tutte le prose, Mondadori, 2001, p. 676-677).




Io mi sto rassegnando all'idea che punto tutta la mia vita e la mia gioventù su sabbia scagliata contro un vento impetuoso, un vento che cambia continuamente direzione, a volte coprendomene il volto e gli occhi, altre volte disperdendola sul litorale adiacente, altre ancora facendola assorbire da un mare che rimane poco increspato.
E' pur vero, allora, che un capolavoro potrebbe salvarmi? Da cosa salva un capolavoro? Crea della sabbia un castello?

E magari 
se lo sarà, come non credo, lo sarà quando sarà troppo tardi per me, quando non sarà più riconoscibile, quando la sua forma materiale sarà come quella spirituale, impalpabile e già da sempre scritta. Non perché desideri un tornaconto, a uno sforzo inutile come quello di gettare sabbia contro vento. Ma perché so che, anche se il mio vento girasse verso la stessa direzione e cumulasse i granelli in pietra miliare, ne sarei io per prima annoiato, e proverei a disfarlo non appena il vento calasse un poco. Se quello che cercassi fosse, un salario come filosofo, questo non servirebbe altro che a rendere l'amore per il sapere meno ardente lungo il giorno; accrescerebbe solo la responsabilità che ho di non sottomettermi a rischi di divagazioni e compiti da "mestiere" del pensiero).

Così, provo a buttare una lenza di parole scelte, pregnanti e sobrie, sempre oltre lo scoglio delle aporie; attendo fino a notte, tra cumulonembi che non causano tempesta, ma restano lì quanto basta a minacciare, coprendo le stelle nel cielo.

(C. D. Friedrich, Monaco vicino al mare)

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Sappho

Sappho
"Morremo. Il velo indegno a terra sparto,/ rifuggirá l’ignudo animo a Dite, / e il crudo fallo emenderá del cieco / dispensator de’ casi. E tu, cui lungo / amore indarno, e lunga fede, / e vano d’implacato desio furor mi strinse,/ vivi felice, se felice in terra / visse nato mortal" (G. Leopardi, Ultimo Canto di Saffo)

Sehnsucht

Sehnsucht
Berlinale 2006