Friday, November 28, 2008

“Luxuria come Obama”. L'Italia allo specchio.


Il venerdì torno a casa verso le 14.30. In genere mi cucino del pollo, o più spesso mi apro del tonno in scatola, visto che è tardi per fare un pranzo decente. Un'insalata e del pane; a cena mi cucinerò una pasta con i cavolfiori, pancetta e carote, come ogni venerdì.
Non riesco sempre a stare solo. Chiamo qualcuno durante la “cucina”. Mentre cioè apro la scatola di tonno e verso dell'insalata nel piatto senza neanche lavarla, o cerco l'apriscatole per il mais.
A volte parlo fino a quando ho finito anche di lavare i piatti.
Altre volte nessuno mi risponde o non vuole rispondermi. Metto su allora la musica a volume altissimo, che solo i vicini potranno abbassare.
Ma a volte capita che non mi vada di ascoltare i soliti brani, né abbia la curiosità di trovarne di nuovi solo per non sentirmi solo.
Accendo allora la TV. Su Arte nulla di intrigante. Non ho canali inglesi o tedeschi in cui potrei esercitare le lingue che conosco meno. Quelle francesi mi annoiano francamente. Non mi resta che indirizzarmi verso i canali italiani. Qui non ricevo che quelli pubblici.
So infatti che potrò trovare le gambe della Balivo o TG Leonardo. La prima presenta una cantante napoletana sfuggita la ghetto. Tenta di parer bella, che di fronte alla Balivo suona un oltraggio al proprio amour de soi...
TG Leonardo sforna un servizio sugli eco-carburanti. Tutto ok. Le auto non andranno molto più piano, ma che ne sarà del Terzo Mondo? Sulla questione non si esprimerà né il servizio né il presentatore. Ignorano una soluzione. Pretendono solo informare. Cioè sono degli scribi, con una laurea e un Master in giornalismo. Non fanno altro che riportare (to report) ciò che altri dicono. Bene, ve ne saremo grati, cari intermediari scriventi (e TG Leonardo è meglio di altri). Se fossi uno scriba, anch'io risponderei “I'd prefer not to”.
Fin qui tutto facile insomma. Ho potuto esprimere la mia critica in maniera abbastanza coerente con il mio spirito ridotto in pattumiera prima del week-end, di ogni week-end. Una cosa tirava l'altra, una chiedeva l'altra in un crescendo di svogliatezza.
Ma so che non ero stanco. Anzi, so che si richiedeva da me il massimo dell'attenzione.
Ma su Raidue c'è l'Italia allo Specchio. Che non è l'Italia in diretta, né l'Italia altrove. È proprio l'Italia che osserva la sua immagine, e riconosce se stessa. E non pensare che si è al Luna Park. Lo stagno e il vetro sono di prima qualità, e montati egregiamente. C'è un Paese che si ritrova allo specchio.
Ma di che Paese si parla? Quale Italia? Certo non quella che è andata in onda la sera prima, quella di “Annozero”. Quella è l'Italia dei dissidenti, dei marginali.
Questo è il punto. L'Italia che vi si osserva, quella della cronaca, quella dei giornali scandalistici... nessuno oserà dire che è l'Italia, né che la trasmissione sia riuscita a tirare su un'essenza dell'Italia.
È l'Italia che vuole vedersi, qui, che vede in una zona, e la prende per lo specchio.
Gli autori dicono ufficialmente del programma, in un comunicato stampa:
Chi siamo, come viviamo e come guardiamo il mondo: una fotografia del nostro Paese’ è il claim del nuovo programma, che si propone di creare uno “spazio di approfondimento, di riflessione e di analisi delle notizie che già sono state date dai telegiornali. Un momento di pacata rilettura dei fatti”.
Qui si pecca di modestia.
“L'Italia allo specchio” è effettivamente l'Italia allo specchio. È l'Italia che si rimira e si scopre in una conduttrice bella, elegante e insipida. In una serie di giornalisti boriosi e di psicologi e pscioterapeuti professianali. In soubrettes o personaggi del mondo dello spettacolo pronti a sciorinare tutti i loro corretti turpiloqui, e per di più su tutto.
È stato bruciato un barbone da quattro ragazzi, a Rimini. Bene, così sentiamo pure il parroco del paese. Che è così pure il parroco del Paese.
Il Paese che ha bisogno di uno specchio per discutere. Il Paese che ha la sensibilità per discutere amabilmente di tutto, e pensa soprattutto di averne le carte in regola. Che pensa di poter risolvere i problemi.
Il Paese che si dà l'aria di prendersi sul serio, e di passare dalle ceneri del barbone ai reality senza cambiare la sua corte blaterante.
Il problema del mio Paese è forse la disinvoltura.
È forse che guardandosi allo specchio ci fa scorgere un po' più poveri, ma senza farlo apposta.
La puntata di oggi era intitolata “Luxuria come Obama”. Riferendosi alla vittoria, l'uno dell'Isola dei famosi, l'altro alla presidenza degli Stati Uniti. Evidentemente nella loro vittoria c'era qualcosa di comune, un aspetto che gli invitati giudicano rivoluzionario.
Quando si mira così in alto, la stanchezza del primo pomeriggio sbiadisce in accidia.

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Sappho

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"Morremo. Il velo indegno a terra sparto,/ rifuggirá l’ignudo animo a Dite, / e il crudo fallo emenderá del cieco / dispensator de’ casi. E tu, cui lungo / amore indarno, e lunga fede, / e vano d’implacato desio furor mi strinse,/ vivi felice, se felice in terra / visse nato mortal" (G. Leopardi, Ultimo Canto di Saffo)

Sehnsucht

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