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Mary Henderson - Boat 2011 |
“[...] Perché non siamo
tutti come fratelli? Perché perfino l'uomo migliore sembra sempre
nascondere qualcosa all'altro, o tace? Perché non dire subito con
sincerità ciò che si ha nel cuore quando si sa che la tua parola
non sarà gettata al vento? [...]”
“Ah, Nasten'ka! Voi dite
il vero, ciò accade per molte ragioni” aggiunsi. E in quel
momento, più che mai, soffocavo i miei veri sentimenti.
F. Dostoevskij, Le notti
bianche.
Pornografia, video-giochi, sport, lettura, scrittura: tutte attività solitarie, che si rapportano agli altri in modo più o meno tangente, in modo più o meno immediato, in modo più o meno gratificante.
Ho assaporato l'idea oggi di affrontare il mondo, di uscire di casa questa sera solo come un cane. Non per incontrare le persone che mi sono già care. Le amo ma non ho bisogno di loro in questo momento, non devono neanche frapporsi al pensiero di questo progetto e farmi impiegare in una solitudine a due o più.
Non vorrei passeggiare lungo il fiume, né conservare alibi. Ho bisogno di poter girovagare per le strade della città non come fossero ramificati corridoi di casa, ma come un luogo estraneo in cui far sbocciare la voglia inesausta di confronto; ho bisogno di potermi introdurre in un bar non come fossi tra una cerchia d'amici fidati o venturi, ma come piombassi tra anonimi al fine di lasciare nel bicchiere tanto la mia usata socievolezza e tanto una nuova inusitata asocialità. Sconosciuto tra sconosciuti, avrei voluto stasera bruciare della speranza d'una non-conoscenza: avrei voluto sorprendermi di ritornare a casa solo, di questa possibilità certa venuta a tarparmi nella mia espansione nel vuoto dell'Altro e nel sabato, Suo territorio incontaminato e lontanissimo.